Mario Incudine, nasce a Enna. E’ musicista, attore, cantante, regista e autore di musiche per il cinema e il teatro, con all’attivo prestigiose collaborazioni in ambito nazionale e internazionale. Per i suoi poliedrici progetti artistici ha sempre attinto alla musica popolare siciliana, che fin da bambino ha conosciuto nel proprio ambiente di formazione e successivamente approfondito grazie agli studi condotti nell’Università di Palermo, dove si è laureato in Discipline della musica. Da anni porta avanti una personale visione e reinterpretazione della narrazione orale, seguendo il solco tracciato da contastorie e cantastorie della tradizione siciliana.
Le opere artistiche di Mario
A mia Madre
Se venissero anche i diavoli dell’inferno dipinti sulle porte della cappella
settecentesca, se si radunassero gli orchi di tutte le favole di Perrault,
nulla potrebbero fare contro quella rete protettiva dei grembiuli colmi
di affetto, contro quei tiepidi addomi dove il capo del bimbo
annulla i terrori in un bagnomaria di sicurezza.
Raffaele Poidomani, Carrubbe e cavalieri
di Costanza DiQuattro. C’è un tempo della nostra vita in cui i ricordi si sovrappongono alle storie narrate, in cui le emozioni si alternano tra la gioia di averle vissute e il dolore di averle perse. È questo il tempo che ricordiamo con maggiore nostalgia perché figlio del passato e soprattutto custode di una età che non tornerà mai più.
di Pino Strabioli. musica e il teatro sono da sempre luogo dell’incontro. Anche il ricordo lo è: un luogo malinconico e felice in cui ognuno, attraverso una canzone, può ritrovare se stesso e il proprio passato.
Il mondo della narrazione orale è sempre stato pieno di fascino: vi si può decifrare l’invisibile e, attraverso la pietas della finzione, si possono raccontare verità scomode, personaggi speciali, vicende di sangue e di vendetta, storie di banditi e antiche leggende, ma anche avvenimenti storici o cronache della vita di ogni giorno. I cantastorie sono stati gli interpreti più “popolari” della narrazione riconfigurata attraverso la poesia cantata e le immagini, secondo una tecnica che, pur trasformandosi e aggiornandosi, è giunta fino ai nostri giorni. La scoperta di Peppino Castello stupisce ed entusiasma, perché apre orizzonti di analisi e nuove prospettive di indagine sulla figura odierna del cantastorie. La sua personalità atipica e sfaccettata, il suo impegno politico e sociale, il repertorio, lo stile interpretativo, la varietà dei temi trattati, il contesto sociale, i luoghi di esibizione, alternativi rispetto alla piazza tradizionale, e il suo essere artista a tutto tondo – poeta, teatrante, musicista, pittore, educatore – lo allontanano dalla figura del cantastorie tradizionale tratteggiandone, attraverso le storie cantate, una nuova identità che aderisce perfettamente al cambiamento dei tempi e alle nuove modalità di esibizione. Il libro offre un ritratto di questo artista di estrazione popolare, delineando la filogenesi del suo operare attraverso un collage di testimonianze dirette. La ricca documentazione fotografica, comprendente anche la riproduzione di tutti i cartelloni, insieme alla trascrizione integrale dei testi poetici e a un capitolo specificamente dedicato all’analisi dei moduli musicali, contribuiscono a delineare un quadro pulsante delle competenze espressive di Peppino Castello: nella scrittura poetica, nella figurazione e nella dimensione performativa. Quest’ultima si può infine compiutamente apprezzare grazie all’ascolto dell’Audio CD allegato al volume e ad altri contenuti accessibili tramite codice QR.