Il fondo librario dell’ Hennaion è strumento giuridico della C.I.S.I. Onlus (centro iniziative sociali intercomunali), associazione No Profit è riconosciuta con decreto R. S. n°776/2010 iscritta al RUNTS e al n° 1219 del registro generale delle organizzazioni di volontariato; sez. A) solidarietà sociale; sez. B) socio-sanitaria; sez. C) socio-culturale ed educative.
Il fondo librario e le iniziative socio-culturali
Un diario, quello di Paolino Gervasi e Giovannina Gerratana, gelosamente custodito per più di 70 anni in fondo al primo cassetto del comò, dove venivano tenuti i documenti di famiglia più importanti. Il quaderno a righe excelsior era segnato dagli eleganti tratti di grafia di penna e calamaio. A suo tempo era stato avvolto in una stoffa di fine raso e custodito amorevolmente in fondo al cassetto. L’oblio del tempo aveva fagocitato la lucentezza dei suoi colori, ma non aveva intaccato la certezza di quella bellissima storia d’amore…
di Salvatore Ferlita
…di questo saggio a Savarese dedicato da Nino Savarese tra romanzo storico e sicilitudine Nicoletta Cacciato, giovane studiosa di Enna: l’ultimo studio monografico dedicato all’autore di Gatterìa risale al 2010. Era l’ora, insomma, che il dibattito critico intorno alla produzione e al pensiero di Savarese riprendesse quota. Il ritratto che traccia la Cacciato dà conto puntualmente del percorso di Savarese, della sua avventura letteraria profondamente segnata dal clima che si respirava intorno alla “Ronda”: a questo proposito occorre ribadire che certe ramificazioni dell’antica pianta rondista hanno avuto uno sviluppo imprevedibile e insospettato, complicando non poco alcune interpretazioni sbrigative e soprattutto superficiali di quell’avventura culturale…
La novella, Il bauletto di Pinunè, si è classificata al terzo posto nella X edizione del premio nazionale CERERE-HENNA 2019 -sezione narrativa- indetto dalla FIDAPA BPW Italy, sezione di Enna. Descrive una storia vera è vissuta nel periodo degli anni ‘60, nell’antico quartiere del “Passo Signore”.
di Maurizio Dipietro. Sindaco di Enna Il pregevole lavoro degli Autori si muove nel solco, ormai tracciato da qualche anno con la felice esperienza di Hennaion – la biblioteca degli autori ennesi – e la passione di Mario Messina, della memoria, della valorizzazione e della promozione di un patrimonio culturale per troppo tempo trascurato. La vita del barone ennese Carlo III° Rosso abbraccia varie fasi della storia nazionale: egli nasce all’indomani dell’Unità d’Italia, attraversa la seconda parte dell’Ottocento, vive le due guerra mondiali, il regime fascista che le intramezza, e conclude la sua esperienza terrena nel secondo dopoguerra. E’ spettatore di grandi cambiamenti: l’industrializzazione del nord del Paese, la politica coloniale, le annessioni territoriali conseguenti alla Grande Guerra, il Fascismo, la Repubblica, la ricostruzione che porterà di lì a poco al boom economico. Anche la nostra Città in quegli anni conosce significativi cambiamenti: nella seconda metà dell’Ottocento Enna è un centro rurale di circa 14.000 abitanti, numero raddoppiato negli anni Cinquanta del Novecento quando è divenuta già da un po’ capoluogo di provincia. Ed è in questo arco temporale assai lungo ed in continua evoluzione economico sociale che il barone Carlo III° Rosso mette il suo impegno al servizio della collettività ennese. Egli unisce impegno sociale a cariche pubbliche, lasciandoci, a distanza di un secolo dalla sua opera, un messaggio di straordinaria attualità. Come cogliere il senso dell’impegno volontario tra le macerie del terremoto di Messina o la Presidenza della Congregazione di Carità delle Orfanelle se non nell’ottica di un istinto solidaristico che non ha tempo? Anche l’impegno più propriamente politico appare di sorprendente attualità. Il nostro illustre concittadino spende le proprie energie in due direttrici: lo sviluppo economico del territorio, all’epoca ancora fortemente ancorato all’agricoltura e l’elevazione culturale della popolazione, in gran parte ancora analfabeta. Tanti gli incarichi ed i risultati conseguiti da Carlo III°: i ruoli ricoperti all’interno del Consiglio Provinciale dell’Economia, prima commissario straordinario poi vicepresidente, poi ancora presidente della sezione industria e commercio, con l’obiettivo del rilancio economico del territorio attraverso la risoluzione delle tante problematiche che ne rallentavano la crescita ed una particolare attenzione ai problemi che affliggevano uno dei settori trainanti l’economia locale: quello delle zolfare. Poi l’impegno profuso per la diffusione della cultura e dell’istruzione, condito dalla Presidenza della Commissione Conservatrice Monumenti. Anche in tale ambito, l’opera del barone è ragguardevole: restauro della Torre di Federico, affrancamento del Castello di Lombardia dalla destinazione a carcere e del Monastero di San Benedetto dalla destinazione a caserma, tanto per restare ai simboli del patrimonio monumentale cittadino. Ed infine la scuola rurale di contrada Carrangiaro, nella quale i figli dei contadini potevano ricevere quell’istruzione che avrebbe dato loro la possibilità di una vita diversa da quella dei padri, sintesi di quello che è uno dei convincimenti più forti e più attuali di Carlo III°: “la Sicilia può cambiare solo con una maggiore presenza di cultura”. Come è evidente da queste poche righe, l’azione del nostro concittadino ha avuto al centro dei propri obiettivi lo sviluppo economico del territorio unito all’esigenza, anche in quella prospettiva, della valorizzazione degli aspetti culturali della storia ennese che, cantata tra gli altri da Ovidio, Diodoro Siculo, Valerio Massimo, Cicerone, Claudiano, Polibio e Tito Livio, non sempre nel tempo ha avuto quell’attenzione che merita.
di Mario Messina. Enna, 2015. Un antico proverbio recita: Gli incontri inattesi ci sorprendono quando meno ce lo aspettiamo. Cosa che mi capitò durante il primo incontro con Fernando. Da poco avevo iniziato ad occuparmi di Hennaion, la biblioteca degli autori ennesi, quale Presidente del C.I.S.I. (centro iniziative sociali intercomunali). In una delle tante mattinate dedite alla ricerca di curiosità, mi trovavo nell’archivio storico del comune di Enna a visionare carte e libri di notevole interesse culturale. Me ne ritrovai uno tra le mani e lessi in copertina il nome dell’autore: Fernando Luigi Fazzi e subito chiesi chi fosse. Sia Cettina Fontanazza che Tina Trifirò, valentissime archiviste, mi seppero dire di Lui, fornendomi anche il suo recapito telefonico. Non persi tempo nel contattarlo per avere notizie dei suoi componimenti e nel contempo lo invitai a visitare Hennaion. Nel giorno e nell’ora pattuita mi raggiunse. Vestiva con un completo di pantaloni, camicia e giacca, rigorosamente di colore bianco. Intonava l’abbigliamento con un foulard avvolto al collo di colore azzurro. Dalle primissime battute il personaggio risultava eclettico e difficile da inquadrare in un contesto specifico. Superati i convenevoli di rito, la discussione si arricchiva sempre di più fino al punto da suscitare immediati arricchimenti. Mi resi conto che avevo davanti una persona di poche parole, selettiva nelle sue amicizie e frequentazioni, abituato a muoversi da un campo artistico e letterario ad un altro con naturale disinvoltura. Pura melodia, per chi come me è alla ricerca della diversità e dell’eccezione. Arrivammo immediatamente alla concretezza. Gli chiesi copia di ciò che era disposto a donarci. Un pò alla volta cominciò a fornirmi le sue opere letterarie e i suoi racconti. Ad ogni sua donazione si mostrava titubante e perplesso. Glielo leggevo in viso. Forse, si chiedeva: «riusciranno a farne tesoro? O saranno cose che entreranno in un calderone e basta?». Un giorno si mostrò rammaricato dal fatto che Hennaion non conservasse e, ancora peggio, non conoscesse i libri del suo compagno di infanzia. «Vuol dire che vi metterò in contatto con il Prof. Antonino Colajanni, antropologo e scrittore di fama internazionale, nostro emerito concittadino, che è nato e vissuto ad Enna per tutta la sua giovinezza». «Grazie Fernando per aver rievocato il ricordo del nostro conterraneo che la comunità aveva perso. Ora si sente in debito e in qualche modo provocherà motivo affinché si riallacci il legame con le sue origini». Conquistare la fiducia di Fernando fu impresa ardua, ma alla fine arrivammo a questa auto-biografia, ove probabilmente ci saranno, qua e là, riserve non espresse. Il tempo spesso è foriero di novità imprevedibili. Forse, volutamente, l’autore lascia aperto il finale poiché, penso, anzi ne sono convinto, che accrescerà l’intima testimonianza, attraverso la sua continua ricerca dell’umano sentire.
di Mario Messina. Amici cari, è con vero piacere che riscontro l’Auto-Biografia del Prof. Antonino Colajanni, e le righe vergate dall’autore Fernando Luigi Fazzi, quale presentazione dello stesso argomento. Con frizzi e aneddoti, nello stile dell’amico Fernando, che ogni volta ci svela aneddoti di vita personali, ed in questo caso anche del suo amico Antonino Colajanni. Facendoci vivere, cose lontane nel tempo, ma interessanti, che si avvicinano agli scopi dell’associazione culturale ‘Hennaion’, da me presieduta; raffiguranti ‘ponti’ fra le generazioni che si susseguono dai tempi remoti, ai presenti, ai futuri. Come in una cordata fra più generazioni. E’ doveroso da parte mia sottolineare che il Prof. Antonino Colajanni, pronipote del nostro illustre concittadino Napoleone Colajanni, è stato da me conosciuto a seguito dell’interessamento di Fernando Fazzi; nel merito apostrofandomi con queste testuali parole: ‘ad Hennaion manca la presenza di un prestigioso nome, quello di ‘Antonino Colajanni’ e dei suoi scritti pubblicati e/o ancora inediti. Così, fra una telefonata e un’altra, tra me e loro, finalmente Hennaion ha potuto dedicare al Prof. Colajanni, uno spazio in evidenza fra i nostri Autori più illustri, attualmente qui ospitati, nel ‘Gotha’ del pensiero umano, espresso in ‘raffinata Arte’. Il summit più ‘claro’ dei figli della nostra piccola, ma antichissima e prestigiosa città, Enna; sede di civiltà, già ai tempi della Magna – Grecia, con il culto di Cerere e Proserpina: conosciuto, rispettato e amato in tutto il mondo d’allora; per ciò che lo stesso culto rappresentava: la coltivazione dei campi, le leggi, il rapporto con gli ‘Inferi’. Gli scritti del Prof. Colajanni, sono motivo in più perché il mondo colto, di ogni dove, si avvicini e consulti Hennaion.
di Mario Messina. Avendo amministrato la Comunità per oltre 20 anni, mi sono convinto che non sono le case, i palazzi o i giardini a costruire l’immagine di una città ma gli uomini e le donne che l’hanno abitata con le loro opere, le abitudini e la cultura di cui ognuno è stato portatore, non solo quella certificata dalla scuola ma quella che si è espressa nelle forme più svariate, a volte di alto profilo, altre volte meno ma sempre con elementi di fascino e originalità, nel corso degli anni. Nel concatenarsi degli eventi e quindi nel dispiegarsi della storia abbiamo sempre avuto, tutti, un deficit nel racconto che mette al centro i suoi epici “uomini” mentre sarebbe stato doveroso associare in ogni momento quel mondo che è definito poeticamente come “l’altra metà del cielo”, stiamo parlando delle donne, le cui doti di concretezza, efficienza e positività, peraltro, sono caratteristiche peculiari che si farebbe bene a definire meglio e più realisticamente come “l’altra metà della terra”. È alle donne, alla loro quotidiana e spesso silenziosa azione così incisiva nel tessuto sociale ma il più delle volte destinata a passare inosservata, che sono dedicate le pagine che seguono. Queste pagine parlano infatti di donne, dalle più umili e modeste a quelle detentrici di potere, dalle semplici regine del focolare e dei fornelli, dalle sovrane di regni veri alle silenziose ma attive ancelle dei chiostri, dalle cultrici di ideali filantropici alle depositarie di artistiche abilità. Tutte raffigurano una diversa sfaccettatura del poliedrico universo femminile e tutte, però, sono accomunate da un sottile filo rosso, quello che le lega ad uno stesso luogo, Enna. Sono pagine di storia di donne, che messe insieme formano un’unica pagina indispensabile per leggere la storia di Enna, magari più giustamente degna di essere chiamata “microstoria”, ma pur sempre storia, legata com’è nel suo piccolo apparente ai grandi eventi della storia con la “esse maiuscola”. Si tratta di donne nate a Enna o che hanno abitato questa città, così antica da affondare le sue origini nel mito, donne che con essa hanno instaurato un rapporto stretto o fugace ma così intenso da declinarne a ben diritto la storia al femminile. E trattandosi di storia, viene volutamente escluso il miraggio, ovvio ma forviante, del mito e delle sue leggendarie benefiche protagoniste, Cerere e Proserpina, trasfuse dalla religione cristiana nella materna figura di “Maria Patrona Populi Ennensis”, e si dà la preferenza solo a personaggi reali, spesso caduti in un oblio immeritato o circonfusi da un alone di favola che ne sfuma i contorni rendendoceli distanti. Di questo campionario, non certo esaustivo, di valorose donne “ennesi”, il presente lavoro aspira solo a rinverdire la memoria e a ricondurcela nella cerchia delle più familiari conoscenze. Se l’obiettivo assegnato al libro è raggiunto, il merito non è mio. Il Presidente del C.I.S.I. si è limitato a coltivare l’idea, ad informare e coinvolgere nel progetto i due autori, Erminia Indelicato e Rocco Lombardo, fiducioso nelle loro ben note capacità di ricerca, doti espositive e talento narrativo, in diversi casi favoriti dall’Archivio Storico Comunale, il cui accesso è dovuto alla immensa conoscenza e disponibilità di Cettina Fontanazza e dei suoi collaboratori. A queste persone, a Paolo Garofalo e Lorenzo Floresta, che hanno pensato un modello nuovo di fare cultura nei loro incarichi istituzionali, ai nuovi amministratori che auspichiamo possano proseguire nella strada di una città culturalmente viva come lo è stata da secoli e millenni, va il nostro ringraziamento, esteso a quanti a vario titolo hanno incoraggiato l’iniziativa permettendone il compimento. Al sentito ringraziamento si aggiunge l’augurio di una gradevole e proficua lettura speranzosamente rivolto a chi scorrerà le dense, saporose e istruttive pagine scritte dagli autori con innegabile competenza e trascinante slancio emotivo.
Report Progetto “Donne in Gioco” FSE CUP: G75E12000320009. AA.VV Mario Messina, Presidente CISI
Antonio Gianpiccolo, Presidente CIDEC, sede di Catania
Mauro Todaro, Presidente CNA, sede di Enna