Ragusa Orazio (dagli amici detto ‘Franco’Ragusa). Nasce a Scicli (Rg) nel 1938. Dal 1950 al 1960 vive con la famiglia a Enna. Il papà Angelo è funzionario INGIC, il dazio. Compie gli studi ginnasiali e poi quelli del Liceo classico presso l’istituto Napoleone Colajanni. Compagno di banco e di studi, sino al terzo liceo, di Giuseppe Maria Valvo (detto Giusy) col quale avrà lunga amicizia fraterna. Orazio trascorre a Enna anni importanti perché caratterizzati dallo studio e dalla conoscenza e amicizia di tante belle persone, maschili e femminili.  Dopo la frequenza della facoltà di Giurisprudenza presso l’Università di Palermo effettua il servizio militare nell’Arma dei Carabinieri col grado di Tenente. Nel 2015 pubblica il romanzo ‘‘Il Vento della Vita” Edizioni MREditori partecipando alla selezione per il premio letterario Campiello. Nel 2021 pubblica, con lo stesso editore, la prima parte del romanzo “Maria Anna e Alessandro, un amore “. Attualmente vive in Campania.


I libri di Orazio

 

Maria Anna e Alessandro, un amore

di Fernando Luigi Fazzi. Ritrovo dopo circa sessantadue anni un caro amico della giovinezza, quando i sogni e le aspirazioni si confondono e si accavallano. Eravamo solo ragazzoni dalle verdi speranze, in una città di provincia, Enna. È là che inconsapevolmente si formavano le aspirazioni per la scrittura durante le lunghe passeggiate del corso ove era facile formare “crocchio” per strada, o in un bar-salotto, il cosiddetto Bar del Belvedere, con la frescura dei pini, e al centro la fontana del “Ratto di Proserpina”, copia dell’originale del Bernini. Allora, non immaginavamo che alcuni di noi si sarebbero ritrovati fra le pagine dei nostri scritti, che girano per il mondo, magari in maniera non altisonante, ma certamente dignitosa. Degni di una lettura, perché coinvolgenti. Orazio Ragusa è l’amico in questione e ha pubblicato due libri: “Il Vento della Vita” (2015) e “Maria Anna e Alessandro, un amore (2021) entrambi editi da MReditori…

Il vento della vita

L’editore. Un giorno di alcuni anni or sono, durante una vacanza a Capri, percorrevo in barca il tratto di mare antistante un’insenatura pittoresca, talmente bella che il mio amico, del quale ero ospite, spense il motore per goderne in tutta calma la visione. Alle spalle dell’insenatura la roccia assumeva l’aspetto di alcova, bianco rosea, per poi drizzarsi verso l’alto in maniera ripida. Alcuni alberi coronavano la cima del costone soprastante, arbusti selvatici punteggiavano le pareti scoscese. Ai piedi della singolare alcova, giusto al centro, era una imponente villa in stile vittoriano che si specchiava nel mare. Distavamo non più di mezzo miglio e con un’occhiata d’intesa decidemmo di avvicinarci alla rada. Ma appena il motore venne avviato si spense, dopo alcuni scoppi irregolari. Furono fatti vari tentativi per rimettere in moto, tutti a vuoto. Alla fine si decise di attirare l’attenzione degli abitanti della villa, sparando in aria dei razzii…