Giuseppe Domenico Mistretta nasce a Enna il 28 Novembre del 1971. Assolti gli studi delle elementari e medie nella città di Enna dov’è nato, l’attenzione per la Natura Siciliana maestosa, ed il fascinoso mondo agrario ricco di tradizioni e cultura importante radice della sua Terra, lo inducono ancora meno che quattordicenne, a trasferirsi nella città di Caltanissetta dove risiederà, sebbene poco più che ragazzo lontano dalla famiglia per gran parte della settimana, per tutto il periodo degli studi, divenendo studente – convittore presso il pregiato Istituto Tecnico Agrario Statale con convitto annesso per il periodo di studi di cinque anni.
I libri di Giuseppe
Il libro Le Rime edito Maurizio Vetri Editore, è una antologia di Odi e Canti, una raccolta di liriche scritte dall’autore durante il corso degli anni. Con Le Rime, dice Giuseppe Mistretta – è come se avessi creato uno scrigno prezioso, ricco di sentimenti e sensazioni, per tale scopo ho scelto linguaggi e versi poetici dal sapore ottocentesco ricchi, armoniosi nelle Odi imperiose e dal sapore filosofico, ai Canti, voci di speranza , di osservazione, portatori di sentimenti universali, nei quali il linguaggio ricercato diviene più semplice, proprio in funzione degli argomenti trattati. “Tutto per me è oggetto d’interesse, poiché tutto potrebbe divenire ispirazione ”. La catarsi che porta a concepire il verso, nasce dall’esplosione dei sensi che involontariamente vengono stimolati da contesti e dalle riflessioni, queste suggestionano l’autore a tal punto da condurlo quasi per liberazione a scrivere. L’amore per la storia intrisa nell’arte, nei monumenti, nella cultura dei popoli, primi tra tutti quello Siciliano, trova nelle Odi , austere e classiche, il miglior modo per essere rappresentata. La conoscenza come energia vitale umana, diviene un elemento da elaborare, non per determinarne un aumento, ma un decremento che renda i concetti snelli pregni solo d’essenza e concetti universali. Come un pittore minuzioso utilizza grandi e piccoli pennelli perché la sua opera si definisca al meglio, così afferma Giuseppe Mistretta – ho cercato di rifinire ogni singola parola, ogni idioma, ogni quartina -. Grande ispirazione ho tratto specie per quanto riguarda la scelta dei concetti da trattare dal Cantico delle Creature di S. Francesco D’Assisi, l’opera letteraria in versi più antica che si conosca ancor oggi, in quanto sono fermamente convinto che questa sia l’esempio di come la poesia in effetti è fatta d’esistenza umana , ed il rapporto col mondo che la circonda. Ho pensato che tramite la poesia si può provare almeno in modo figurato a creare un mondo migliore, in questo i poeti mettono ciò che vogliono, o forse solamente ciò che sono. Io ho lasciato che fossero i sensi a meravigliarsi e a trasmettere l’essenza delle cose, che fossero questi a svelare l’essenza della vita -Dei pensieri che in mente mia di volta in volta nascevano, ho cercato di non edulcorare niente, così quando essi nascevano cercavo in fretta di trascriverli, ritenendoli non come un dono personale, dove specchiare il mio ego, ma quasi una missione, quella di riportare l’attenzione attraverso la poesia ai veri valori, al vero significato della bellezza. “ I poeti sono alleati preziosi, la loro testimonianza deve essere presa in attenta considerazione, giacchè essi sono soliti sapere una quantità di cose tra cielo e terra che la nostra filosofia neppure sospetta”. (Sigmund Freud)
Il libretto Chiese Vulcani e Miti di Sicilia, contiene una parte di una più ampia raccolta inedita di storie tutte Siciliane dal sapore antico in bilico tra la realtà storica fedelissima dei luoghi descritti e la fantasia espressa nella creazione dei personaggi dell’autore Giuseppe Mistretta. Queste durante la loro lettura trasportano verso secoli passati, svelando particolari ed aspetti dell’ Isola Sicilia che nei secoli furono le basi del cambiamento, diversi nella matrice come nell’aspetto: la Chiesa, l’eruzione del Vulcano Etna, o andando più a ritroso sino ai Miti Greci e Latini, tutto ciò che oggi gli storici chiamano radici di un popolo. Radici antiche svelate dunque, attraverso la cura dei particolari presi dalla veritiera lettura di quella ch’era la vita d’allora, questo il contenuto del trittico di racconti narrati dall’autore il quale sceglie un linguaggio che eleva la prosa in poesia, come nel caso del racconto L’ Ombra della Montagna. L’ultima parte di questo libro prevede due operette liriche in pieno sapore Classico, per scelta e non per puro caso riempitivo, qualcosa che in qualche modo viene svelato già dal titolo che porta la raccolta, un viaggio nel tempo vuole essere sempre la scrittura di Giuseppe Mistretta, un lieve ristoro classico èmpio di tiepidi ricordi quasi confortanti o come dice l’autore: <se potessimo davvero viaggiare nella storia Siciliana, comprenderemmo quanto questa è ampia e come questa è stata segnata dai Miti, dalla Chiesa Cristiana, e dal Vulcano sopra ogni cosa >
di Maurizio Donte. Una lode alla terra amata, avara e generosa insieme, spogliata d’ogni ricchezza e florida al tempo stesso d’arte, tradizione e cultura millenaria alza il poeta Giuseppe Mistretta. La Sicilia cantata da un Siciliano, lui stesso frutto dell’incontro al centro del Mediterraneo delle culture autoctone dei siculi, i greci, cartaginesi, i romani e poi gli arabi, i normanni gli spagnoli. Terra dunque di sole e di luce, arsa e violenta nei contrasti, come nei suoi colori: amata, odiata, commiserata e sognata, desiderata e respinta. Mille contraddizioni si respirano e balenano tra i versi del poeta: La luce disegna ombre nette, sotto il sole che ci descrive e il mare, avvolge l’isola intera come in un abbraccio d’affetto. Si tocca con mano, si sente, si vede l’amore profondo per la terra natia del poeta e mi scuso con lui, per non sentirmi in grado di cogliere tutte le sfumature da lui disseminate tra le pagine in cui emerge così forte, prepotente, il sentimento che lo lega nello spirito e nel corpo alla sua patria. Pur non essendo un critico letterario, nel pieno senso del termine, ho colto la sincerità di Giuseppe Mistretta, l’amore che profonde a piene mani per la Sicilia, la sua ricerca della bellezza, la speranza in un futuro migliore cui dedica la sua vita, ed ogni possibile sforzo. Traspare dai versi, oscillanti tra classicismo e moderno, la contraddizione vissuta, il dissidio interiore lacerante che vive in lui. Piegati sono i versi, alla ricerca di sonorità nuove ma radicate in un romantico e classico passato. Armoniche dissonanze fanno da cornice e sostanza a questa silloge di piacevole lettura, descrizione metafora dell’anima dell’autore, cui va un sincero plauso per l’opera compiuta.
Il Palmares di Giuseppe
Ottenuto il diploma di Perito Agrario, si iscrive e segue risiedendo a Catania per diversi anni i corsi di Laurea in Scienze Agrarie presso l’Ateneo Catanese. Sebbene gli studi Naturalistici lo entusiasmino particolarmente, viene spesso distratto dalle sue attenzioni crescenti per la musica e le arti tutte che lo indurranno alla fine a dedicare gran parte del proprio tempo libero, in sperimentazioni pittoriche e musicali. Compone all’età di 15 anni due sonatine, più tardi rappresentate in saggi musicali scolastici denominate: “giochi proibiti” e “ alla mia amata ”; è in questo periodo inoltre che da autodidatta impara a suonare il pianoforte, la chitarra, e basi ritmiche per percussioni e batteria. Appassionatissimo di storia e letteratura classica, riscopre la bellezza e l’importanza dell’uso appropriato del linguaggio avvertendone in esso, ma anche nella parola scritta, una sorta di declino strutturale. E’ così che Giuseppe decide di iniziare a scrivere utilizzando un linguaggio ormai come fuori dal tempo, sarà spesso Antonio Vivaldi, suo compositore preferito in momenti di assoluta solitudine, che con le sue quattro stagioni restituirà l’essenza che egli vuole riprendere. Si sposa nel 1998 con Silvana Di Dio docente di pianoforte e insegnante di scuola primaria trasferendosi con essa più tardi a Brescia, dove ha modo di ampliare le sue vedute frequentando gallerie d’arte ed artisti non solo lombardi. In quel periodo l’autore vive per la prima volta l’esperienza dell’essere artista in pieno, trasferitosi in una soffitta del Palazzo Conti Bettoni Cazzago inizia con inconsueto fervore studi pittorici su paesaggi e forme dinamiche. A quel periodo risalgono diverse tele come: LA LUCE – ANIME – MAMA AFRICA – LO STUDIO, e diverse altre esposte presso gallerie di Brescia, Milano e Monza. Tutto è interessante per l’autore , così da un’attenta osservazione delle grandezze come dei limiti umani, nasce spontanea la sua immagine o la sua poesia. Coscienza che è estasi come tormento, che tramite i sensi s’incarna pensiero. A questa Giuseppe Mistretta attribuisce enorme importanza, sulla scia di correnti empìriche antiche, così la sua scrittura si impegna a portare messaggi e testimonianza. Eclettico dallo spirito surrealista, adora la fotografia ed i viaggi durante i quali si intrattiene in circoli letterari e d’arte con cui si confronta e da cui trae spunti per rinnovamenti. Molto legato alla sua radice e tradizioni, intravede ancora nei vernacoli la sapienza della sua gente decide così di partecipare anch’egli al movimento poetico Poeti Siciliani Riuniti \ Unione Cuntastorie formato da cantastorie e scrittori di sonetti in dialetto, componendo egli stesso poesie in vernacolo ammodernandole però attraverso l’utilizzo d’ idiomi provenienti da luoghi dell’isola diversi. Queste sono contenute nella raccolta – Commedie et Satire -. Vicino al futurismo di Salvador Dalì, ed al pensiero di D’Annunzio ma non solo, si avvicina ai poeti e pittori del settecento e novecento , conduce studi privati sulla storia e cultura Siciliana, scrive per pagine culturali web, è autore di saggi e narrativa storica attualmente in lavorazione al romanzo -CETARIA – la Tonnara dei Pirati – in prossima uscita. Giuseppe Mistretta dedica molta attenzione alla prosa come alla poesia lirica in versi e rime, alla radice del suo linguaggio l’idea della salvaguardia di qualcosa di prezioso oramai andato quasi disperso col moderno Decadentismo. Si impegna e mette in atto scrivendo poesia che ha sapore di lirica ottocentesca, questa sua attenzione traspare alla lettura della silloge poetica -LE Rime – antologia di Odi e Canti edita Maurizio Vetri Editore come nella sua seconda opera: Liriche ed Operette.