Mario Messina, nasce e vive ad Enna. Fondatore di Hennaion -la biblioteca degli autori ennesi-.
I libri di Mario
Nel 2017 uno storico della memoria siciliana consegna a Hennaion, esclusiva biblioteca erta sulla cima della millenaria CastroJovanni, un vecchio libriccino in fotocopia risalente al 1905. Contiene versi in vernacolo messinese che, dopo una faticosa ma rivelatrice lettura, sveleranno il loro segreto: il grido di dolore dei poveri in una terra in cui erano i benestanti a godere di privilegi, complice l’indifferenza di governanti e magistrati. Il bibliotecario, spinto da un innato spirito investigativo, si dedica alla ricerca dell’antico testo originale…
Ascolta il XXXIII cap. voce narrante di Orazio Costorella
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di Maurizio Dipietro, Sindaco di Enna. Il pregevole lavoro degli Autori si muove nel solco, ormai tracciato da qualche anno con la felice esperienza di Hennaion – la biblioteca degli autori ennesi – e la passione di Mario Messina, della memoria, della valorizzazione e della promozione di un patrimonio culturale per troppo tempo trascurato. La vita del barone ennese Carlo III° Rosso abbraccia varie fasi della storia nazionale: egli nasce all’indomani dell’Unità d’Italia, attraversa la seconda parte dell’Ottocento, vive le due guerra mondiali, il regime fascista che le intramezza, e conclude la sua esperienza terrena nel secondo dopoguerra. E’ spettatore di grandi cambiamenti: l’industrializzazione del nord del Paese, la politica coloniale, le annessioni territoriali conseguenti alla Grande Guerra, il Fascismo, la Repubblica, la ricostruzione che porterà di lì a poco al boom economico. Anche la nostra Città in quegli anni conosce significativi cambiamenti: nella seconda metà dell’Ottocento Enna è un centro rurale di circa 14.000 abitanti, numero raddoppiato negli anni Cinquanta del Novecento quando è divenuta già da un po’ capoluogo di provincia. Ed è in questo arco temporale assai lungo ed in continua evoluzione economico sociale che il barone Carlo III° Rosso mette il suo impegno al servizio della collettività ennese. Egli unisce impegno sociale a cariche pubbliche, lasciandoci, a distanza di un secolo dalla sua opera, un messaggio di straordinaria attualità. Come cogliere il senso dell’impegno volontario tra le macerie del terremoto di Messina o la Presidenza della Congregazione di Carità delle Orfanelle se non nell’ottica di un istinto solidaristico che non ha tempo? Anche l’impegno più propriamente politico appare di sorprendente attualità. Il nostro illustre concittadino spende le proprie energie in due direttrici: lo sviluppo economico del territorio, all’epoca ancora fortemente ancorato all’agricoltura e l’elevazione culturale della popolazione, in gran parte ancora analfabeta. Tanti gli incarichi ed i risultati conseguiti da Carlo III°: i ruoli ricoperti all’interno del Consiglio Provinciale dell’Economia, prima commissario straordinario poi vicepresidente, poi ancora presidente della sezione industria e commercio, con l’obiettivo del rilancio economico del territorio attraverso la risoluzione delle tante problematiche che ne rallentavano la crescita ed una particolare attenzione ai problemi che affliggevano uno dei settori trainanti l’economia locale: quello delle zolfare. Poi l’impegno profuso per la diffusione della cultura e dell’istruzione, condito dalla Presidenza della Commissione Conservatrice Monumenti. Anche in tale ambito, l’opera del barone è ragguardevole: restauro della Torre di Federico, affrancamento del Castello di Lombardia dalla destinazione a carcere e del Monastero di San Benedetto dalla destinazione a caserma, tanto per restare ai simboli del patrimonio monumentale cittadino. Ed infine la scuola rurale di contrada Carrangiaro, nella quale i figli dei contadini potevano ricevere quell’istruzione che avrebbe dato loro la possibilità di una vita diversa da quella dei padri, sintesi di quello che è uno dei convincimenti più forti e più attuali di Carlo III°: “la Sicilia può cambiare solo con una maggiore presenza di cultura”. Come è evidente da queste poche righe, l’azione del nostro concittadino ha avuto al centro dei propri obiettivi lo sviluppo economico del territorio unito all’esigenza, anche in quella prospettiva, della valorizzazione degli aspetti culturali della storia ennese che, cantata tra gli altri da Ovidio, Diodoro Siculo, Valerio Massimo, Cicerone, Claudiano, Polibio e Tito Livio, non sempre nel tempo ha avuto quell’attenzione che merita.