Giuseppe Marzilla nasce a Palermo il 5 dicembre del 1935. Ultimo dei sei figli. Dal 1954 si trasferisce definitivamente ad Enna. Laureatosi in Scienze visive accademia di belle arti. Inizia la propria attività lavorativa insediandosi come preside negli Istituti di Istruzione Artistica. Nel 1963 prende in sposa Concetta Alongi, dal matrimonio danno vita a Roberta e Cristian. Oggi vive serenamente e felicemente, insieme a sua moglie Concetta, la vecchiaia con i semplici sorrisi donati dai nipoti Lucrezia, Lorenzo e Luca oltre alle opportunità e alle richieste che gli vengono offerte per intrattenere, attraverso racconti di storia e di arte, numerosi cittadini che si raccolgono per ascoltarlo e proprio per questa innata vocazione o missione ha scritto il libro “L’orologio solare della chiesa ennese di San Domenico. Dal decumano all’orologio solare” unico scritto nel suo genere.
Il libro di Giuseppe
Dall’arrivo di Enea sulla costa laziale, con la nascita della Civiltà Romana, subentrata agli Etruschi, con le quali si sono intrecciati nelle esperienze e nella cultura, ha stimolato emeriti scrittori a raccontare dei grandi uomini e dell’evolvere dei fatti, trovando soddisfacente lodare gli uomini come Cesare, Traiano o Marco Aurelio, tralasciando piuttosto le vicende economiche e politiche, e ancor di più le esperienze scientifiche che hanno fatto da corona alla grandezza dell’Impero Romano. Nello scrivere l’elaborato “Dal Decumano all’Orologio Solare” è stato bello scoprire quanti tentativi e quanti volenterosi, spinti dall’emozione si sono prodigati allo studio della misurazione del territorio, atto al controllo agricolo pastorale e militare, con impianti, più o meno arrivati a noi, stimolando con essi la necessità della misurazione dello spazio temporale. Tangibili tentativi dei Sumeri (III sec. a. C.) e ancor di più con l’impianto preistorico di Stonehenge (Inghilterra). E’ stato bello, che la Geodetica siciliana impiantata dai romani nell’isola di Sicilia (fatto unico al mondo) che si è prestata perfettamente per la sua dimensione e conformazione, costruendo delle torri allineate a vista l’una con l’altra, creando un reticolo ortogonale ed a quarantacinque gradi, dove nelle intersecazioni, delle linee o vie virtuali, sono sorti delle torri e delle cittadine di natura romana.