Giuseppe Gennaro nasce ad Enna il 20/01/1916. Conseguita nel 1935 la maturità classica al liceo “Napoleone Colajanni” di Enna e la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Catania, esercitò la professione forense come civilista nel territorio del Tribunale di Enna e della Corte d’Appello di Caltanissetta. Fù tra i fondatori della sezione Ennese del Lions Club International. Personaggio molto noto e stimato nell’ambiente ennese era un caratterista ironico ed arguto, pittore amatoriale e caricaturista geniale fin dai tempi del liceo. dal primo gennaio del 1979 Riposa in Pace nella tomba di famiglia del Cimitero di Enna.
Il libro di Giuseppe
di Umberto Domina Userò il presente perché questa rassegna di disegni costituisca una testimonianza senza tempo della genialità del suo autore, della sua sensibilità, del suo modo personalissimo e raro di cogliere la sintesi. Perché Angelino sfogli adesso, con noi, queste sue pagine di ricordi e con noi ne sorrida. <<Gli allora>>. Un titolo coraggioso, ma emblematico: quasi un neologismo pubblicitario, eppure – o forse per questo? – efficace. Una rassegna di amici degli anni ’40, <<fotografati>> dal tratto sicuro, abilissimo, di chi ne intuisce l’essenza e la personalità. Io, voi, tutti noi li (ci) riconosciamo e li (ci) ricordiamo cosi. Quarant’anni hanno congiurato rabbiosamente per incurvarci, inspessirci o rinsecchirci ma il nostro modo di essere – dei rimasti e dei non- è ancora qui. Quello che era allora, meno ingiallito di questa stessa carta. Ma tanta magia non è in noi. E’ nell’artista che fissando le nostre sembianze di allora, ha voluto (gli è stato congeniale) bloccare con arguto e felice humour il nostro modo di mantenerci noi. E poiché arguzia vuol dire assenza di quegli eccessi della deformazione che sono invece le caratteristiche del <<comico>>, ecco che questi disegni – salve due o tre eccezioni volutamente tali – non sono caricature. Là dove la caricatura mira ad altre finalità: distorcere per deridere, esasperare per colpire, amplificare per punire. Qui il sens of humour è talmente lontano da qualsiasi intenzione di offendere o di <<caricare>>, che il termine lo si può usare solo impropriamente o per pura comodità di linguaggio. Angelino è e rimane un essenzialista: coglie il tratto che fa somiglianza, la ruga che fa espressione, l’atipico che fa tipo. Un abile disegnatore di stati d’animo e di gelosi atteggiamenti interiori. Che, se nessuno oserebbe applicare al Modigliani dai lunghi colli deformati l’etichetta di caricaturista, certamente Angelino – con la sua assoluta mancanza di cattiveria e di antipatie personali – ha più cose da dividere con il segno delicato di un ritrattista che con la furente e spesso parziale collera di un Grosz. Né lo si potrebbe accostare ad un pur consumato ed accorto vignettista, perché qui il disegnatore lascia intravvedere il pittore: il segno a matita anticipa quello più impegnativo del pennello. Un segno limpido e avvolgente da artista di razza che coinvolge in ricordi ben precisi, datati, e lascia però al di fuori coloro che vi si riconoscono. Il segreto della essenziale eloquenza di questi personaggi sta infatti nel tratto al tempo stesso veloce e profondo: tale cioè da cogliere con immediatezza la vitalità e la mobilità di un viso che risulta fisso, stagnante, persuasivo ma pronto a rientrare, contestualmente, in un discorso critico che prevalica l’<<impresione>>. Umorismo riflessivo, dunque, più che d’istinto. Una ironia che serpeggia attorno al razionale, all’ombra di una attenta ricerca della realtà interiore. E qui mi fermo perché, mancandomi le qualità del critico (avvertibile, del resto, sin dall’inizio) ho espresso giudizi che mirano più a chiarirmi che a chiarire le idee. Ma una cosa mi sento di aggiungere. Un invito a dare una pennellata di tempo attorno ai disegni di queste pagine: l’azzurro antico del cielo di Enna, i diversi silenzi di allora, il blu notte della guerra, gli ingenui riserbi di un tempo, il modo diverso di sorridere delle cose. E, su un allora cosi personale ed esclusivo, l’amabile presenza di Angelino.