Angiolo Alerci è nato a Enna l’8 settembre 1929, ha studiato presso l’Istituto Tecnico Commerciale “Duca d’Aosta” conseguendo il diploma di Ragioniere-Perito Commerciale. Revisore legale, è molto conosciuto a Enna ed in Sicilia per le molteplici attività svolte. Bancario, vincitore di concorso, ha svolto 35 anni di servizio alle dipendenze della Cassa Centrale di Risparmio V.E. quando questo Istituto, per importanza, si collocava al 2° posto nella graduatoria della categoria. Ha diretto diverse Agenzie, la Filiale di Caltanissetta, la Sede di Messina ed è stato Ragioniere Generale dell’Istituto. In politica oggi è l’ultimo superstite dei fondatori della Democrazia Cristiana di Enna , ha costituito in provincia il movimento giovanile ricoprendo per diversi anni l’incarico di responsabile e di consigliere nazionale, quando responsabile nazionale era l’on. Giulio Andreotti. Vice Segretario provinciale per diversi anni, è stato candidato della D.C. alle elezioni regionali nel 1963 e nel 1967, conseguendo una personale notevole affermazione. Da giovanissimo ha rappresentato la D.C. nella consulta giovanile all’interno della C.G.I.L. prima della scissione avvenuta a causa dei movimenti connessi all’attentato all’on. Palmiro Togliatti. Ha partecipato attivamente alla costituzione della L.C.G.I.L di cui è stato Vice Segretario Generale fino alla trasformazione della L.C.G.I.L. in C.I.S.L avvenuta nel 1950. Segretario responsabile del SAFED, Sindacato autonomo tra i funzionari e dirigenti della Sicilcassa. Dal 1962 al 1973 è stato presidente dell’Ospedale Civile Umberto 1° di Enna, portando la struttura alla massima efficienza ed il numero dei posti letto da meno di 200 a oltre 600. Artefice della designazione della contrada Ferrante per la costruzione del nuovo ospedale. Nello stesso periodo è stato Vice Presidente dell’ AROS ,Associazione regionale ospedali siciliani e membro di commissioni della FIARO, Federazione Italiana delle associazioni regionali degli ospedali. Presidente della Croce Rossa Italiana dal 1994 al 2009 ha organizzato il servizio di emergenza 118 nelle province di Enna, Agrigento e Caltanissetta, portando ad Enna la sede amministrativa del bacino che gestiva circa 800 operatori di soccorso e personale tecnico ed amministrativo. Ha creato il Club nautico di Pergusa nel periodo in cui le acque consentivano manifestazioni di sci nautico e di motonautica di importanza nazionale. Consigliere e Presidente della società sportiva calcio Enna quando la squadra militava in campionati nazionali. Consigliere per oltre venti anni dell’Ente Autodromo di Pergusa. Al suo interessamento , per i rapporti con l’allora Ministro del Turismo on. Domenico Magrì, si deve se dal 1968 la televisione ha ripreso sempre in diretta la più importante della manifestazioni: Il gran premio del Mediterraneo. Socio fondatore del Lions Club di Enna è stato per ben tre volte Presidente, Tesoriere Distrettuale, Revisore dei conti distrettuale, Presidente del consiglio dei revisori del multidistretto ITALY. Da presidente ha gestito sia la commemorazione sia il 25° anniversario della fondazione del Club che il 50° anniversario, alla presenza di tutti i Governatori dei distretti italiani e del Presidente Internazionale Wayne A. Madden in visita ufficiale in Italia
Le riflessioni politiche di Angiolo
di Andrea D’Affronto. Con molto piacere ho accolto l’invito di curare la presentazione per Hennaion dell’ultimo libro di Angiolo Alerci. La scelta di Angiolo è stata certamente fatta per i rapporti intrattenuti da circa 50 anni, sia nel periodo della nostra colleganza bancaria, anche se in Istituti diversi, sia per la lunga nell’appartenenza al Lions Club di Enna. Il mio Diario di una vita intensamente vissuta, illustra con dovizie di particolari la sua intensa vita che l’ha visto sempre in prima linea, impegnato nelle attività più diverse ottenendo sempre risultati brillanti.
Con la prefazione di Bruno Marasà è stato pubblicato il settimo volume della collana Cronaca e riflessioni sulla politica italiana di Angiolo Alerci. Come abitudine gli articoli, che hanno largamente superato il numero di 700, pubblicati su diversi giornali on line, vengono periodicamente e sistematicamente raccolti in questa sua collana di libri. Angiolo Alerci, con la sua preparazione ed esperienza, spazia con i suoi articoli dalla politica all’economia, dalle problematiche locali a quelle nazionali ed oltre, seguendo e prendendo parte a tutto quello che diuturnamente ci viene propinato. In quest’ultimo periodo si è interessato molto dei problemi collegati all’organizzazione della gestione della pandemia, criticando spesso il modo come è stata gestita. Quello che è giusto e significativo sottolineare è il carattere e la formazione di Angiolo Alerci che si può benissimo comprendere dal fatto che, per la seconda volta, la prima in occasione della pubblicazione del libro “Le vite parallele di Berlusconi e Renzi” ne affida lui, da vecchio democristiano a Bruno Marasà vecchio comunista, la stesura delle relative prefazioni.
di Andrea D’Affronto – Angiolo Alerci autore dal 2015 di sei volumi di “Cronaca e riflessioni sulla politica italiana”, ha spaziato con i suoi interessanti articoli su molti problemi che, da sempre, condizionano la vita pubblica e politica del nostro Paese. Dalla riforma della legge elettorale alla soppressione delle province, dalle riforme della pubblica amministrazione a quelle istituzionali e costituzionali, dal costo della spesa pubblica alla nostra particolare burocrazia. Sulla necessità di un serio intervento per sciogliere il nodo di questa nostra particolare burocrazia, in tutti i libri che ha pubblicato diverse note sono state sempre riservate per sottolineare i gravi danni che essa, gestita da pericolose lobby, da sempre ha condizionato e reso più difficile la nostra vita. Non solo la nostra vita ma anche la nostra economia, facendo allontanare dal nostro Paese molte società estere, rendendo sempre più difficile la possibilità di nuovi esterni insediamenti. E’ la stessa burocrazia che ci ha reso la vita più difficile anche in questo periodo di pandemia. In quest’ultimo volume il problema della burocrazia è stato ampiamente trattato con numerosi articoli, arricchiti con una notevole documentazione che ha riguardato e riguarda anche sue personali esperienze. La sua ultima attività di opinionista di diverse testate on line gli ha consentito anche di pubblicare altri tre libri: “ Il Lions International compie cento anni. Contributi e considerazioni di un charter member dopo cinquantaquattro anni di appartenenza” “Giuseppe Panvini Vulturo Ingegnere Capo del Comune di Enna” e “ Le vite parallele di “Berlusconi e Renzi “.
di Vincenzo Di Natale. I libri sono come le persone: a volte basta un primo veloce incontro per essere immediatamente rapiti e volerne sapere di più, sempre di più. Perché non servono fiumi di parole per suscitare emozioni. Sono semplicemente le parole giuste a travolgere, rapire, sconcertare, incuriosire. I quattro volumi che precedono e quest’ultimo, il quinto della fortunata collana “Cronaca e Riflessioni sulla politica italiana” di Angiolo Alerci, sono attraversati da questo filo robusto, intrecciato non da tante parole, ma dalle parole giuste. Mi pare di cogliere persino un pensiero che, trasversalmente, si ripete, ritorna in ogni volume e si annida in questo ultimo, pensiero che sintetizzo: Se non innoviamo, la politica morirà. Non sono un esperto di politica, lo ammetto, ma l’attuale situazione del nostro Paese, così come descritta dall’autore, mi ha spinto a questa riflessione, che spero sia di stimolo a chi legge. Ho la presunzione di intendermi, invece, di organizzazione aziendale e sono quindi abituato a distogliere lo sguardo dalle responsabilità personali per tentare di posarlo sugli aspetti sistemici, ossia sul modo in cui fattori e regole di contesto, agendo sulla limitata prospettiva che il singolo ha del sistema stesso, producano comportamenti che poi interpretiamo come “intenzionali” e “strategici” anche quando non lo sono affatto. Sono quelle intenzioni percepite a farci personalizzare ogni problema e a farci credere che in politica come nell’organizzazione aziendale, il problema sia sempre e solo di “qualità delle persone”, questo degrada ogni discussione polarizzandola inutilmente. Ciò che mi colpisce è come, in politica , un po’ come in azienda del resto, i problemi vengano immediatamente diagnosticati come di natura personale o di squadra (leggi partito), mentre ogni analisi più profonda è accuratamente evitata, raramente si va oltre riflessioni banali sull’indole perfida ed egoistica dell’uomo, e spesso si sconfina nel rimpianto per questa o quella ideologia o partito del passato. Angiolo Alerci in questo volume continua a chiedersi se renda veramente onore al nostro senso critico l’ipotesi che i partiti dividano la popolazione in persone intelligenti, i cosiddetti “fan del partito giusto”, e stupide, ossia i “fan del partito sbagliato”, alla stregua di come le tifoserie si giudicano tra loro. Con le sue istantanee sui temi dell’attualità politica l’autore ci suggerisce che è ora di portare lo sguardo a 10000 metri d’altitudine ed elevare la nostra prospettiva ad aspetti sistemici. Se un sistema produce regolarmente soluzioni inefficienti non possiamo escludere che siano le sue regole a dover essere riviste, continuare invece a focalizzarci esclusivamente sulla qualità delle persone o dei partiti che lo animano rischia di limitare la nostra visuale, di non farci accorgere dei principali tratti disfunzionali del nostro processo democratico. Potrebbero essere tante le proposte di cambiamento e innovazione a cui ricorrere, alcune sono ben proposte e suggerite da Angiolo che aggiunge: “Il problema rimane uno: la politica è in conflitto d’interessi nel rinnovare sè stessa e questo purtroppo è di per sè un problema non indirizzabile dall’interno del sistema stesso. E tuttavia è necessario restare attivi e non rinunciare a porsi queste questioni”. Dobbiamo smettere di trattare la politica come qualcosa di sacro ed immutabile. Se non iniziamo a “giocarci in modo serio” testando cambiamenti ed iterando finirà per soccombere ad altre forme di governance collettiva che si stanno affacciando e che sono molto meno inclusive. Queste nuove forme demandano la responsabilità decisionale su alcuni temi collettivi all’imprenditoria illuminata dei grandi colossi. Non è che una ulteriore forma di meritocrazia personalizzata che sta emergendo lentamente a compensazione delle inefficienze della politica. Ma siamo sicuri che sia la strada giusta? Finchè si parla di andare su Marte forse si… Ma quando dovremo parlare di Ambiente, Difesa, Infrastrutture?
Dicembre 2018. di Pino Grimaldi. E’ uscito per i tipi della Edizioni Nuova Prhomos, “Cronache e riflessioni sulla politica Italiana” di Angiolo Alerci che con questo ultimo volume(156 pagine), aggiornato al Dicembre 2018, completa una tetralogia iniziata nel 2015 comprendente articoli pubblicati in vari giornali on- line ed atti dall’autore compiuti per richiamare al giusto comportamento politico e legislativo responsabili della vita politica regionale e nazionale. Pubblicazione interessante anche perché ricca di quotazioni e corrispondenza con uomini di Stato e di Governo che non sono stati sordi a suggerimenti e critiche che Alerci ha più volte loro indirizzato e che dimostrano quanto l’autore si sia sentito -e continua- parte del gioco democratico del Paese che lui ha servito in varie posizioni e nella vita professionale di alto dirigente bancario ed in quella sociopolitica con responsabilità a volte notevoli sempre portate a termine con successo. Alerci è orfano politico della DC e lo afferma senza indugio intellettuale a pag.28 “sono nato e morirò democristiano” mettendo le mani avanti ogni critica di partigianeria attuale, ma rivendicando, in fondo, l’interesse per la società italiana del suo tempo politico che, di certo, ebbe negli anni d’oro che formarono l’autore con pregi indiscussi che a volte sovrastarono i difetti, peraltro propri a tulle parti politiche che governano. Da questo suo punto di osservazione ormai disinteressato, ma sempre venato dal senso “dei bei tempi andati”, guarda ciò che da alcuni anni si è sviluppato in Italia dove venuta a mancare la classe politica che si formava nelle scuole di partito, (Camilluccia Dc – Frattocchie Pci), Parlamento e Stato sono invasi da improvvisatori magari capaci, ma senza l’orgoglio di essere élite, anzi :demonizzando questa come il male assoluto che ha rovinato l’Italia. Angiolo Alerci in fondo non scrive contro od in favore di qualcuno, ma rievocando i suoi scritti nel tempo spiega a se stesso come egli fosse nella ragione perché educato al dibattito ed al confronto e come oggi si sia caduto ,a suo pensare, in un baratro- che vede anche in altri paesi ,Stati Uniti compresi- dove ai politici di rango si sono avvicendati faccendieri e di se e delle cose che governano ed amministrano per i cittadini che li hanno eletti. Stile conversativo e linguaggio adeguato, a volte anche in apparenza aggressivo, da Savanarola moderno che dice quel che pensa perché lo ritiene giusto ed opportuno non curandosi della reazione immediata perché nel passato il tempo -come dimostra- gli ha dato ragione. Episodi che ebbero onori di cronaca coloriscono alcune pagine in maniera particolare e fanno vedere l’uomo, fattosi cronista prima e scrittore dopo, come uno di noi che anziché mugugnare ha sempre preferito dirla chiara e tonda. Dati i tempi, da ammirare. E, nel caso, leggerlo per la piacevolezza di una croni-storia interessante.
Dicembre 2017. di Vincenzo Di Natale. Leonardo Sciascia annotava in una pagina di cruciverba: “Bisogna sempre saper aspettare, tra realtà e poesia, che l’equazione si compia”. Affermava di credere nella capacità della letteratura di anticipare la realtà. Ci dice: “E in conclusione: alla domanda di Pilato <<Che cos’è la verità?>> si sarebbe tentati di rispondere che è la letteratura” (Corda pazza). La letteratura si scrive in tanti modi. L’unica trappola da scansare è quella dell’intellettualismo che fa dire cose facili in modo difficile. Il giornalismo e la cronaca sono, probabilmente, lo strumento più diretto e immediato per cogliere la verità e scrivere la Storia. Con questo libro, Angiolo Alerci ritiene completata la sua missione di pubblicista e uomo di scrittura. Con l’intera sua opera in tre volumi, Angiolo ci ha rivelato il suo punto di vista sulla democrazia in generale e sulla politica e la società italiana, in particolare. Ne scaturisce un messaggio al lettore e un responsabile avvertimento per i posteri, che tuona come un “j’accuse”. Sembra che l’autore ci stia dicendo: State svegli, poiché questo succede alla politica italiana: le maggioranze che sono prevalse in Italia negli ultimi anni, pur professando scetticismo e relativismo etico, pur sbandierando un laicismo libertario e radicale, di fatto hanno preteso di determinare ciò che deve valere come universalmente vero e giusto. In non pochi casi si sono arrogati il compito di creare e di abolire certi diritti e, grazie al voto dei più, continuano a legittimare spesso l’arbitrio e il capriccio, facendo registrare così preoccupanti fenomeni di “tirannia della maggioranza”. L’approccio del presente lavoro, come ben testimoniato dallo stesso titolo, si richiama sovente alla riflessione personale dell’autore. Ricordo che, durante un’informale conversazione sui partiti politici, Angiolo mi ha detto: “Non dobbiamo avere nessun tipo di pregiudizio perché, quando l’unico strumento di cui si dispone è un martello, tutto tenderà ad assomigliare a un chiodo”. Questo è Angiolo Alerci uomo e scrittore: un attento osservatore, interessato a cercare e a scoprire. Per Angiolo scoprire significa vedere ciò che tutti hanno visto e pensare ciò che nessuno ha pensato. Il libro non propone una riflessione sistematica sull’attualità italiana. Ne considera alcuni problemi cruciali, per individuarne le aporie ereditate dal pensiero contemporaneo e per offrire linee guida per il loro superamento. L’attualità italiana non può esaurirsi nel tema della politica. Essa lo trascende, immagliandosi nella famiglia, nella società civile, nell’economia, nell’ethos della gente. Per questo, le riflessioni che la riguardano devono essere condotte non ignorando le realtà sociali che la alimentano dal basso. In questo libro, quindi, Angiolo prende in considerazione i partiti politici come soggetti della società civile, l’etica pubblica e la giustizia sociale, l’amministrazione pubblica, l’economia sociale, la laicità dello Stato di diritto. Più volte questi temi si scontrano tra di loro. Angiolo sembra addirittura interessato ad evidenziarne l’asprezza dei paradossi: se la politica deve essere protagonista, come può essa essere così assente? E se viene sottolineata la sua assenza, come si può parlare subito dopo della sua presenza nelle istituzioni? Tutto ciò stimola il lettore a costruire da se stesso i ponti di collegamento fra una riflessione e l’altra, oppure a scoprire quelli nascosti. Essi devono infatti ben esserci poiché i temi si aggirano tutti nell’immediata vicinanza del centro del mistero politico-istituzionale italiano. Caro Angiolo rispettiamo la tua decisione di congedarti dalla scrittura con questo libro, tuttavia, avvertiamo già la struggente presenza di un’assenza. Il filosofo Eraclito sosteneva: “Nella natura del mondo la verità ama nascondersi, non per celarsi per se, ma solo perché vuole che tu la cerchi”. Questa è la scrittura di Angiolo: inizia dalla curiosità della ricerca e dovrebbe non finire mai.
Febbraio 2017. di Vincenzo Di Natale. Ho già ho avuto il privilegio di scrivere l’introduzione per un precedente libro di Angiolo dal titolo “Il Lions International compie cento anni. Contributi e considerazioni di un Charter Member dopo cinquantaquattro anni di appartenenza”. Un libro che riporta moltissime relazioni conviviali del Club su interessanti temi che riguardavano il nostro territorio, ma anche argomenti relativi alle ricorrenti crisi verificatesi nell’arco degli ultimi cinquant’anni. Allora commentai testualmente che l’Autore “ ha un modo del tutto particolare con cui interpreta il proprio ruolo di uomo di cultura in un dialogo costante, pacato e determinato, col mondo circostante”. Quest’ultimo libro, in continuità con quello pubblicato con lo stesso titolo nel dicembre 2015, contiene ulteriori articoli pubblicati da Angiolo e ci consente di acquisire una visione ancora più ampia di questa massiccia e unica impresa di collezionismo dell’attuale politica locale e nazionale. Non è inutile ricordare come, in che modo sia nato, giorno per giorno, questo libro strutturalmente vicino ad un collage. Angiolo l’ha portato avanti per settimane e settimane con l’ostinazione di un impegno quotidiano. Ad avviare il volume è un articolo del 17 ottobre 2015 dal titolo “La riforma del Senato”, a congedarlo è un articolo del 1° febbraio 2017 dal titolo “ Paolo stai sereno”. Pagina dopo pagina ci si trova in un viaggio vivacemente divulgativo dove l’informazione incontra l’attualità. La sincerità di Angiolo a volte abbaglia e sconcerta. Le annotazioni quasi giornaliere dell’Autore, che occupano circa duecento pagine, sono un fiume in piena gonfio di giudizi umani e giornalistici, di osservazioni che nascono come fotografia della realtà-attualità, ma divengono qualcosa di più, sovente molto di più. Talvolta, a giudicare dalla sua scrittura stilisticamente molto vicina alla chiacchiera, si ha l’impressione che Angiolo faccia salotto con se stesso. Sembra, leggendolo, che egli stia parlando davanti ad uno specchio. Le sue osservazioni giornalistiche, anzi da “cronista”, dove occorre, sacrificano la forma alla spontaneità. Angiolo fa dell’informazione sui temi dell’attualità e della politica un imprevedibile inchiostro che sorprende e tiene continuamente desta l’attenzione. Con lui, credo di poter affermare, non ci si annoia mai. Semmai si può essere tentati di polemizzare, di controbattere o al contrario di essergli più vicini, per saperne di più, per solidarizzare. La risposta alla domanda “perchè si sc rive?” il celebre Fitzgerald una volta rispose : “ è un mondo per gli altri. In definitiva, quando si crea un mondo tollerabile per se stessi, si crea un mondo tollerabile per gli altri”. Il mio amico Angiolo ha spessi occhiali che permettono di vedere oltre e altro; egli mette tale capacità a disposizione di quanti desiderano fare di ciò il cumulo per un’ utile eredità.
Dicembre 2015. di Lucio Riccobene. Psicologo e Psicoterapeuta. Questo volume mi è particolarmente caro, caro perché ha come oggetto le parole e i pensieri di Angiolo Alerci che con la sua capacità comunicativa ha saputo sensibilizzare ed educare le istituzioni ed i cittadini in una fase estremamente complessa della nostra storia politica. Un volume a me caro anche perché scritto da una persona che, passando da una profonda conoscenza della storia, attraverso le sue lettere ha saputo offrirci una sottile analisi e, soprattutto, le soluzioni riguardo gli oscuri problemi politico sociali del nostro paese. Un libro che rappresenta il tentativo di cogliere l’impronta vera delle discrepanze tra il sistema amministrativo politico e la realtà. Un lavoro di analisi dei fatti puntuale, chiaro e mai asettico, in grado di interpretare la morale e la situazione, frutto “di una indignazione, un’inclinazione personale e di un’etica fondata sul rigore, sulla serietà, e sul senso di responsabilità verso le generazioni future”. Rivolgo ad Angiolo Alerci che io oserei definire “uomo libero e ricercatore” La sua verve vitale, la sua vis polemica e le sue critiche acute e mordaci, spesso anticipatorie di verità, ne hanno fatto un “libero ricercatore”, ma mai uno asservito, nonostante non mancarono nel suo passato suggestioni e tentativi in tal senso, sempre decisamente rifiutati. Un sodalizio di attitudini e capacità attraverso i quali ha espresso le sue risorse e messe al servizio della cultura. Dalle pagine del libro emergono in particolare i conflitti permanenti tra politica, realtà e i veri problemi della gente che mettono in evidenza i veri mali dell’amministrazione della cosa pubblica. Gli scritti che compongono il volume restituiscono chiaramente l’ampiezza, la ricchezza e la profondità del suo pensiero. L’opera letteraria spazia su argomenti di estrema attualità: l’analisi dei sistemi partitici e la loro evoluzione, la “personalizzazione” degli stessi, i fenomeni trasformistici, il percorso delle riforme costituzionali, la crisi economica e il suo impatto sulla governance italiana ed europea, il federalismo, il terrorismo, solo per citare alcune delle tematiche affrontate. Si tratta di una scelta interessante e fruttuosa, che consente di effettuare un’analisi da una pluralità di punti di vista: quello della politica e quello del diritto della gente. Il libro ha voluto appartenesse soprattutto ai giovani ed a tutti gli ennesi ma anche a tutti coloro che amano questa città nonostante le sue infinite contraddizioni. Questi, in sintesi, alcuni degli aspetti che emergono dagli scritti di Angiolo Alerci.
I libri di Angiolo
di Andrea D’Affronto Non c’è dubbio che le vicende delle due personalità politiche, Berlusoni e Renzi, si inseriscono in un quadro che vede il nostro Paese tuttora incapace di avviare profonde innovazioni e riforme. Si può affermare che sia Berlusconi che Renzi hanno visto nell’Europa l’ancoraggio delle loro rispettive strategie politiche. Berlusconi lo fece subito dopo il successo elettorale del 1994 con l’adesione di Forza Italia nel gruppo del Partito Popolare europeo. Renzi proveniente dalla Democrazia Cristiana, non esitò da Segretario del Partito Democratico a sciogliere un nodo che nessuno dei leader del partito avevano saputo o potuto sciogliere: quello dell’adesione al Partito Socialista europeo. Sono state delle scelte che garantiscono al nostro Paese una partecipazione attiva ai negoziati che si svolgono nelle istituzioni europee. Un altro tratto comune di Berlusconi e Renzi può essere individuato nella loro volontà di varare le riforme istituzionali di cui il Paese aveva ed ha urgente bisogno. Berlusconi contribuì con D’Alema a portare sino alla soglia dell’approvazione i lavori della famosa Bicamerale, mentre Renzi, facendosi forte del Patto del Nazareno, pensò di poter realizzare un ambizioso progetto di riforma, scegliendo la via parlamentare ordinaria che approdò al varo di una vasta riforma che, come previsto dalla Costituzione, sarebbe stata sottoposta a referendum. Quella consultazione, purtroppo, ebbe un esito negativo principalmente per l’atteggiamento personalistico di Renzi nella condotta della campagna referendaria. Altro tratto comune dei due personaggi è stato e continua ad essere il protagonismo personale alla ricerca di consensi immediati. Sia Berlusconi che Renzi hanno raggiunto percentuali di voto altissime, quando sono arrivati all’apice del loro successo politico. Berlusconi sì è affermato dopo la tangentopoli degli scandali, mentre Renzi con la promessa di un totale rinnovo della classe politica del suo partito, usando il termine rottamazione. Entrambi con risultati affatto lusinghieri: due vite parallele. Speriamo che la ricostruzione del percorso politico di Berlusconi e Renzi possa essere utile per evitare ad altri gli errori del passato.
Maggio 2018. di Alma Nati. Angiolo Alerci, ennese, aduso a darci pubblicazioni di grande interesse sia sulla vita politica italiana che sugli accaduti nella sua città ove vive,viene ancora una volta alla ribalta con la pubblicazione dell’interessante “Ricordo di Giuseppe Panvini Vulturo” edito dalla“edizioninuovaprhomos”in piacevole veste con foto del personaggio in prima e quarta di copertina. E’ una libro ricco di elementi della storia della vecchia Castrogiovanni che in un giorno dell’estate del 1923 vide sgorgare da una “fontanella” ubicata nel centro storico l’acqua agognata grazie al personaggio del quale Alerci si occupa con dovizia di particolari attinti in archivi e biblioteche, mai da alcuno conosciuti e dunque di grande valore testimoniale storico. Il volume di facile ed interessante lettura è ricco di foto e di copie degli atti della pubblica amministrazione dell’epoca e porta alla luce l’interesse che Panvini rivolse al Lago Pergusa in un’epoca in cui vi si andava sulla barca di Peppino Zacchè- quasi custode di esso- a pescare, mentre gli uccelli migratori l’avevano come stazione di ferma del loro andare. Panvini, Ingegnere edile ed idraulico del Politecnico di Milano, fu un grande lavoratore dell’intelletto che nella professione poneva l’essenza del suo vivere e che sembra quasi lo speculare di Alerci che ha vissuto -e continua- tutta la sua vita nella nobiltà del lavoro e nell’amore per esso senza mai ricevere multitonanti riconoscimenti data la sobrietà del vivere: di entrambi. La Città deve essere grata ad Angiolo Alerci per avere fatto un pik- up di uno dei suoi figli che come si apprende, leggendo il libro, diede ad Enna più di quanto tanti altri, pur potendo, non abbiano fatto, mai pretendendo alcunché pur avendo avuti, nella sua epoca, rispetto ed ammirazione ,ma solo ora,grazie ad Alerci, giusto riconoscimento postumo. Libro, dunque, interessante, utile da leggere e tenere in biblioteca.
Maggio 2016. di Vincenzo Di Natale. La lettura di questo libro offre una sintesi efficace del repertorio di temi che contribuiscono a definire l’identità culturale di Angiolo Alerci e presenta contestualmente alcune questioni su cui sarà chiamata a pensare la città di domani ricordando così a tutti noi le sfide culturali che continuiamo ad avere di fronte, a livello locale, nazionale e internazionale. Un tema ricorrente attraversa, a parer mio, l’intera produzione dell’Autore: il rapporto tra “partecipazione” e “responsabilità”, che poi caratterizza il concetto stesso di democrazia, al punto che la loro dialettica si trova all’inizio di ogni discorso come condicio sine qua non per poter parlare di democrazia. Gli scritti di Angiolo Alerci evidenziano coraggiosamente come la partecipazione, in breve, viene snobbata nei luoghi stessi del suo dialogo con la responsabilità. I luoghi della decisione democratica si accreditano nella partecipazione ma di partecipazione sembrano anche soffrire: per stanchezza, per mancanza, per addomesticamento, per fastidio, per assenza di desiderio. Angiolo Alerci ha un modo del tutto particolare con cui interpreta il proprio ruolo di uomo di cultura in un dialogo costante, pacato e determinato, col mondo circostante. Con la nutrita mole di articoli, discorsi e commenti che ha prodotto fino ad oggi, ci ha accompagnato, facendoci in qualche modo da guida, con razionalità e passione, con imparzialità e partecipazione, con la chiarezza e la forza del pensiero che lo contraddistinguono, nel labirinto della nostra contemporaneità. Riconosciamo ad Angiolo il merito di un lavoro paziente di formazione di una coscienza pubblica capace di dialogo, cui si è dedicato da sempre con lo stile sobrio che lo caratterizza, senza eccessi di specialismo o di accademismo, disposto a parlare a tutti, senza barriere di linguaggio o di ideologia. A questo ha aggiunto un tratto umano tutto suo: un’apertura agli altri, una disponibilità all’ascolto e all’incontro. Insomma una “voce” capace di trovare le parole per orientarci nel presente facendo un buon uso del passato, dando costantemente conferma che non esiste differenza fra storia antica e moderna: la storia è sempre contemporanea. Un grazie e un messaggio. Erasmo da Rotterdam ne L’elogio della follia scriveva: “Tutto ciò che comporta fatica è per ciò stesso apprezzabile a parer loro”. Tu, Angiolo, puoi oggi dire di aver fatto la tua parte. Adesso, non rimane altro che aspettare di veder apprezzata la tua fatica…
15 maggio 2016, LA 54^ CHARTER DEL LIONS DI ENNA. Alla presenza delle maggiori cariche lionistiche del Distretto, il Lions, Club di Enna ha celebrato il 54° anniversario della sua fondazione. La serata si è sviluppata seguendo le tradizionali forme con i discorsi della Presidente del Club Angela Arengi che ha svolto la sua brillante relazione sull’attività del Club e con gli interventi di rito da parte delle Autorità Lionistiche presenti ed in particolare quello del Governatore Francesco Freni Terranova. Nel corso della cena conviviale il socio Charter Member Angiolo Alerci , creando sorpresa e attesa nei presenti, ha fatto dono del suo libro “IL LIONS INTERNATIONAL COMPIE CENTO ANNI. Contributi e considerazioni di un Charter Member dopo cinquantaquattro anni di appartenenza”. Angiolo Alerci ha celebrato la sua prima Charter da Presidente nel 1969, mezzo secolo di vita all’interno dell’Associazione e quindi testimone di eventi, di difficoltà, di soddisfazioni, di successi ma, sopratutto, di amicizia. Oltre mezzo secolo anche di storia della nostra società e della nostra città. Ha voluto quest’anno essere particolarmente vicino al suo Club con la pubblicazione di questo libro che anticipa l’ufficiale celebrazione del centenario della fondazione del Lions Iinternational, avvenuta nel 2017. Ancora una volta è riuscito a suscitare in tutti quell’entusiasmo che unisce gli uomini attorno alla parola “amicizia”. Fedele al motto del Lions “ noi serviamo” ogni giorno è attento ai problemi della gente, li ascolta con il cuore e progetta con la mente le soluzioni che potrebbero sollevarli dalle difficoltà, realizzando con impegno quanto sia possibile fare per aiutare il prossimo.